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13 Maggio 2020

La vita dei nostri bambini è colma di eventi importanti: i primi passi, la prima parola, il primo dentino, vestirsi per la prima volta da soli senza l’aiuto di mamma e papà. Una miriade di traguardi di crescita che, con i loro tempi, si troveranno a raggiungere.
Alcuni di questi traguardi però disorientano mamma e papà, che capita si ritrovino a non sapere bene come supportare il bambino nella gestione del cambiamento. Un esempio? Come togliere il pannolino.

Togliere il pannolino: un momento importante per i bambini

Abbandonare il pannolino rispecchia un momento di transizione significativo per il bambino, si tratta di un grande cambiamento, e come tale è necessario dargli la giusta importanza.
La nostra esperienza diretta e costante con tanti bambini, ci fornisce la capacità di trovare soluzioni e strategie adeguate ad ogni singolo bambino che si trova ad affrontare, anche insieme a noi, questa delicata tappa.

Ci teniamo quindi a fornire qualche consiglio per destreggiarvi al meglio in questa nuova avventura con i vostri piccoli.

Considerazioni da fare quando si decide di togliere il pannolino

“Ormai sei grande, bisogna togliere il pannolino.”
“Ho comprato le mutandine, mettiamo queste al posto del pannolino che sono più belle!”

Capita che di punto in bianco il bambino si senta dire queste frasi.
Niente di più sbagliato.
A vostro figlio non interessa quanto siano belle le nuove mutandine, no.
Lui ama il suo pannolino, lo fa sentire sicuro e protetto! Se qualcuno, improvvisamente, vuole portarglielo via potrà non piacergli affatto.

Quando si ha a che fare con un bambino è importante ricordare un aspetto fondamentale per entrare in relazione con lui: il rispetto.
Seppur piccolo e bisognoso di noi, ogni bambino ha il diritto di capire cosa succede, perché succede ed in che modo.

Solo accompagnandolo pian piano verso la consapevolezza e rispettando i suoi tempi, potremo ottenere una reazione positiva al cambiamento.

Consigli pratici da seguire

Vediamo insieme quali sono gli elementi fondamentali per capire quando e come procedere, tenendo bene a mente che la determinazione di mamma e papà è fondamentale per iniziare quest’avventura con il proprio bambino.

Il momento migliore per iniziare

Prima di tutto non bisogna forzare i tempi solo perché torna comodo a noi adulti.
È fondamentale aspettare che il bambino sia realmente pronto per evitare che l’esperienza diventi causa di stress, ansia e preoccupazione.
Inoltre sarebbe bene preparare per tempo il nostro bambino al cambiamento, non possiamo pretendere che lo faccia di punto in bianco senza che nessuno gliene abbia mai parlato prima.

I segnali che aiutano a capire che il bambino è pronto

  • Fisicamente: il bambino inizia a mostrare segni di maggior controllo sfinterico lasciando asciutto il pannolino per più ore e andando di corpo con più regolarità
  • Cognitivamente: il bambino comprende il significato delle parole e del compito che gli viene chiesto ed è più consapevole del proprio corpo indicando il pannolino quando è sporco o esprimendo verbalmente se ha fatto cacca o pipì
  • Psicologicamente: il bambino non sta già vivendo periodi stressanti o particolarmente impegnativi dovuti a cambiamenti legati ad altri aspetti di vita

Rendere l’ambiente a misura di bambino

L’autonomia inizia dalla costruzione di un ambiente in cui il bambino sente di poter sperimentare e muoversi in totale libertà e sicurezza.

Bisognerà quindi predisporlo affinché aiuti il bambino ad ottenere maggiore indipendenza dall’adulto, privandolo da quegli ostacoli che lo limitano nei movimenti.

Come attrezzare il bagno

  • Predisporre piccole mensole o scaffali bassi dove riporre gli oggetti per l’igiene quotidiana che il bambino potrà usare e rimettere a posto liberamente (spazzolino, dentifricio, spazzola, sapone e asciugamano per le mani)

  • Lasciare a disposizione un rotolo di carta igienica da fargli utilizzare avendo la pazienza di spiegare quando non va sprecato

  • Prevedere una scaletta ed un solido appoggio per i piedi qualora il bambino non mostri disagio nel passare direttamente al wc

Come facilitare il bambino in 5 mosse

Vediamo 5 piccole accortezze che sicuramente faciliteranno il bambino nel raggiungimento di questa nuova competenza.

  1. Far prendere confidenza con il bagno: i bambini ci osservano in qualsiasi cosa e da noi prendono esempio. Se capita che il bambino venga in bagno a curiosare quando ci siamo noi genitori, lasciamolo fare. Potrebbe diventare un’occasione per fare qualche prova tecnica sul wc come gioco.

  2. Attribuite al vasino un posto fisso: spostarlo continuamente in ogni stanza, può creare confusione e non essere utile nel momento del bisogno: potrebbe perdere tempo a cercarlo, rischiando di fare la pipì in corridoio. Sarà anche un modo per far si che abbia le idee chiare su quale sia il luogo più adatto per cacca e pipì.
  3. Favorite vestiti morbidi ed elastici: per facilitarlo nell’acquisizione dell’autonomia è importante che il bambino abbia a sua disposizione vestiti comodi che riesca a gestire senza l’aiuto dell’adulto. Vestirlo con body, pantaloni stretti o che abbiano chiusure poco pratiche sarà sicuramente un ostacolo in più.




  4. Create delle routine: fate in modo di costruire, durante la giornata, delle abitudini dedicate esclusivamente al ‘momento del bagno’. Provare a fare pipì e a lavarsi le mani prima di pranzo e cena. Dopo aver giocato fare sempre un salto in bagno per vedere se esce un po’ di pipì. Dopo la merenda, andare a sciacquare la bocca facendo caso se ci scappa qualcosa.
    Insomma una serie di abitudini che piano piano verranno riconosciute ed acquisite dal vostro bambino.

  5. Niente stress: chiedergli continuamente se deve fare pipì lo renderà solo più agitato e stressato. Qualora aveste l’impressione che ne abbia bisogno, ponetegli la domanda in modo gentile senza fare pressioni, oppure in modo propositivo e con enfasi; anche se il più delle volte vi dirà di ‘no’ non importa, gli incidenti di percorso sono normali e aiutano il bambino ad auto-regolarsi.
    Sbagliando si impara!

Togliere il pannolino deve essere un gioco divertente

Soprattutto i primi tempi, il bagno, sarà un posto dove trascorrerete diverso tempo: non possiamo pretendere che, una volta seduto, faccia immediatamente pipì.
Piuttosto possiamo metterlo a suo agio, cantando insieme una canzone o leggendo una bella favola a tema, concedendogli così tutto il tempo necessario.

I racconti sono un ottimo mezzo per aiutare a comprendere quello che sta accadendo e per renderlo consapevole di una tappa fisiologica che non riguarda esclusivamente lui, ma anche altri simpatici amici.
Anche il gioco simbolico diventa una risorsa interessante: portare la bambola sul vasino, raccontando al bambino ciò che sta facendo lo avvicinerà più facilmente all’obiettivo, in quanto si divertirà ad imitarla.

Un altro accorgimento utile, può essere quello di coinvolgerlo nell’acquisto delle mutandine.
In questo modo non le vivrà come sconosciute, ma si sentirà sicuramente più a suo agio nell’indossarle avendo scelto lui stesso il colore ed il tipo (magari con il suo personaggio preferito stampato sopra).

Quanto tempo ci vorrà?

Se c’è una cosa che non ci stancheremo mai di dire è che ogni bambino è unico. 
Non è assolutamente possibile applicare delle leggi ‘preconfezionate’ in merito alle sue conquiste.
Molto spesso leggiamo di metodi specifici come: “Addio al pannolino in 7 giorni” oppure “10 modi per conquistare il vasino”. Meglio diffidare da queste formule magiche.
Date fiducia al vostro bambino, sarà lui giorno dopo giorno, a mostrarvi di cosa ha bisogno per aggiungere un tassello in più verso la conquista della sua indipendenza.

Mi raccomando mamme e papà, ditelo al vostro bambino che siete fieri di lui.
Anche per una sola pipì centrata nel vasino, fategli percepire l’importanza di quella conquista con abbracci, baci e applausi, senza dare mai per scontato quel traguardo raggiunto.

E non scoraggiatevi se gli incidenti di percorso sono troppo frequenti o se dovessero ripresentarsi sporadicamente: nel primo periodo è normale che il controllo degli sfinteri non si sia del tutto stabilizzato. Siate sempre positivi e ottimisti nei confronti di vostro figlio.
Rassicuratelo! Per lui il sostegno di mamma e papà è vitale.

La collaborazione con le educatrici all’asilo è importante

Vogliamo mostrarvi un gioco semplice ma efficace che ha aiutato molte delle nostre birbe, tra cui la piccola Flavia, a stabilizzare questo traguardo insieme alle sue Tate: Il poster dei bisogni!

Da Baby Birba siamo sempre pronte a supportare i nostri amati genitori nelle loro sfide quotidiane.
In questo caso siamo partite da una semplice domanda: qual è il modo migliore che un bambino ha di imparare?
IL GIOCO!
Giocando le birbe compiono numerose azioni che le aiutano a conquistare varie tappe dell’autonomia, tra cui dire definitivamente addio al loro amato pannolino.

Dopo aver chiesto ai genitori di Flavia di costruire a casa il ‘poster dei bisogni’ ce lo siamo fatti portare la mattina dopo dalla nostra birba.
Ad ogni pipì centrata ha potuto applicare uno smile sulla porta del bagno seguito da grandi festeggiamenti e per ogni pipì mancata ci siamo dette: “non fa nulla, può succedere, dai batti il cinque la prossima andrà meglio!”

Se ciò che hai letto fin ora ha fatto accendere ulteriori quesiti e la nostra realtà ti incuriosisce, contattaci subito. Ti forniremo tutto il supporto di cui hai bisogno.


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8 Maggio 2020

Il comitato tecnico scientifico ha iniziato ad elaborare un protocollo per sperimentare la riapertura a giugno dei servizi all’infanzia 0-6 anni in forma ludico-ricreativa.
Dopo tanta solitudine, forse si accedono le speranze per una socialità in sicurezza dei nostri bambini.

L’impatto psicologico

I bambini sono sicuramente tra i più esposti alle conseguenze psicologiche e sociali dell’isolamento.
È importante chiedersi che impatto avrà su di loro questo lungo periodo di mancata socialità.
Il gioco, la scoperta, la dimensione emotiva vanno necessariamente salvaguardate e dopo tante segnalazioni in merito, si sono finalmente accesi i riflettori sulla questione.
Fin da piccolissimi i bambini sono attenti osservatori, bravissimi a scrutare le emozioni degli adulti e ad accorgersi dei cambiamenti delle loro abitudini quotidiane.

Ci chiediamo quindi: è davvero la passeggiata all’aria aperta a fare la differenza?

Di cosa ha bisogno un bambino per crescere bene?

L’apprendimento nasce dai sensi e dal movimento del corpo, i processi di conoscenza si costruiscono fondamentalmente attraverso le relazioni e l’esplorazione, la scoperta e la costruzione di esperienze significative.
Quale apprendimento è quindi possibile oggi, senza l’interazione attiva in un contesto fisico, sociale ed emozionale come il nido e la materna?

I bambini hanno bisogno delle loro routine, di rapporti di socializzazione con altri pari, di occasione di esplorazione, di manipolazione e di esperienze variegate di scoperta.
Andare a scuola dà ritmo alle vite dei bambini e costruisce e consolida l’appartenenza ad una comunità.
Il nido e la materna sono quindi spazi di partecipazione, di dialogo ed ascolto, lo spazio dell’educare, i luoghi dell’apprendimento.
NO, non è una passeggiata all’aria aperta a fare la differenza.

Bisogna quindi decidere parametri di sicurezza in maniera consapevole e che siano soprattutto alla portata di bambini così piccoli.

Le proposte operative

Le principali linee guida, in esame al comitato tecnico scientifico, per la riapertura a giugno di nidi d’infanzia e centri estivi, toccano alcuni punti fondamentali.

Condizione di salute

Le condizioni di salute dei bambini che accedono al servizio dovranno essere precedentemente valutate con il pediatra ed autorizzate attraverso certificato medico che attesti la buona salute del bambini.

Divisione per fasce d’età

I bambini verranno divisi in piccoli gruppi per fasce d’età e seguiti sempre dallo stesso operatore. Inoltre le attività verranno svolte con un sistema a “isole” per garantire il distanziamento tra i vari micro gruppi.

Modalità di accesso e accompagnamento

Le entrate e le uscite dovranno essere effettuate in orari differenziati di almeno 10 minuti per evitare assembramenti. L’accompagnatore, possibilmente sempre lo stesso, dovrà indossare guanti e mascherine. Sarà necessaria la misurazione della temperatura tramite termo-scanner prima di accedere e il bambino dovrà igienizzare le mani sia all’entrata che all’uscita.

Operatori

Gli operatori dovranno igienizzare le mani frequentemente e dovranno essere dotati di mascherine. È opportuno prevedere personale “giovane e in piena salute, essendo considerato meno esposto al rischio di contagio”.

Sanificazione delle aree

Necessaria la sanificazione continua di tutte le aree frequentate dai bambini e di tutte le attrezzature. Tenere le finestre aperte e organizzare attività all’aperto.

Guardare con gli occhi dei bambini

Il difficile periodo che stiamo vivendo, diventa ora una preziosa occasione di riflessione: il nido e la scuola non sono solo un luogo di custodia e intrattenimento, ma soprattutto di apprendimento e RELAZIONI.
Perché oltre a linee guida di sicurezza non ci si sofferma a parlare anche di come far fronte alle loro reali esigenze?

Sarebbe di fondamentale importanza che la task force, prima di stilare una lista di misure di sicurezza redatte con una visione adulto-centrica, si fermasse a guardare il problema attraverso gli occhi dei bambini e si ponesse delle domande.
Il rapporto  educativo con i bambini è prevalentemente un corpo a corpo. Corpi che si abbracciano, si incontrano e si lasciano in una relazione continua.


– Come possiamo privare i bambini dell’intimità del contatto con gli educatori e tra loro stessi?
– Come possiamo privarli degli abbracci?
– Come possiamo immaginare di consolare, di asciugare un pianto senza il contenimento?
– Come si pensa di poter svolgere i momenti di igiene, come un cambio pannolino, senza quella vicinanza e intimità che rassicurano i piccoli?

L’insegnamento si costruisce innanzitutto attraverso lo stabilirsi di una relazione educativa: si apprende attraverso un incontro fatto di affettività, emozioni ed empatia.
C’è bisogno di ascoltare i bambini: le loro emozioni, sogni, paure, idee e convinzioni.
Solo così potremo garantire loro un ritorno alla normalità in nome di un percorso di crescita e sviluppo realmente sano.

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